Le scimmie sono un gruppo di mammiferi specializzato nella vita arboricola, quasi tutte le loro specie dunque vivono prevalentemente sugli alberi, conducono vita diurna ed hanno dieta onnivora; inoltre, cosa importantissima per comprendere la natura umana, quasi tutte vivono in branchi. Le scimmie hanno mani e piedi prensili per afferrare i rami degli alberi e spesso, nelle varietà americane, è prensile anche la coda. Le mani in particolare vengono usate per portare il cibo alla bocca, per la pulizia del pelo, per accudire i piccoli; alcune specie inoltre le usano per costruire dei ripari dalla pioggia, dei giacigli e alcuni semplici strumenti.
Ad un esame accurato, le scimmie presentano grandi somiglianze con gli uomini, sia dal punto di vista fisico, sia da quello comportamentale e non ci sono più dubbi che dalla famiglia delle scimmie antropomorfe, come gorilla e scimpanzé, è discesa, circa 6 milioni di anni fa, quella degli ominidi da cui deriva l’uomo attuale.
PALCO D’ONORE
JANE GOODALL
Beh, considerando che lo scimpanzé nell’immagine sembra un operaio in pausa pranza su un’impalcatura di cantiere, penso non ci siano dubbi.
Le mani e le infinite possibilità di utilizzazione delle stesse sono una delle nostre più grandi risorse, cosa ne faremmo di tutta la nostra intelligenza se avessimo le pinne?
In effetti il famoso anello di congiunzione tra uomo e scimmia non e’ stato ancora trovato… Inoltre non dimentichiamo che, per esempio, e’ stato accertato dagli stessi studiosi che l’homo neanderthalensis e l’homo sapiens hanno antenati diversi. Credo che sia doveroso, nell’informazione scientifica, dare le notizie con il loro grado di approssimazione, non dimenticando mai che ogni teoria, seppure perfettamente funzionate in senso logico e per il numero di prove a favore, puo’ essere smentita in qualunque momento da un’osservazione.
Non ha importanza quale sia stato con esattezza l’anello di congiunzione fra uomo e scimmia, né sapere se ci sia mai stato, ma è fondamentale avere piena consapevolezza di essere tutti sulla stessa barca per comportarsi di conseguenza.
Colgo l’occasione per segnalare frequenti malintesi attorno al concetto di anello di congiunzione. Considerando il susseguirsi delle specie come una immaginaria catena, fra una di queste specie e qualsiasi altra, che non sia la sua immediata antenata o discendente, deve esservi almeno un anello di congiunzione che le unisca. Almeno uno ma in genere sono molti di più. Per aiutarci a capire in che modo gli uccelli sono discesi dai rettili è ovvio che vi saranno numerosi anelli di congiunzione, ovvero di forme intermedie fra i gruppi attuali, ma anche uno solo può essere sufficiente a chiarire molti dubbi. Tuttavia sappiamo che le catene di discendenza tendono a ramificarsi e quindi esisteranno molte specie parenti strette dei predetti anelli che appariranno, data la somiglianza pure esse come anelli di congiunzione sebbene propriamente non lo siano, e che svolgono altrettanto bene la stessa funzione. Indubbiamente però sono delle forme intermedie fra i due gruppi avendo delle caratteristiche comuni e spesso non è possibile distinguere fra le due categorie. Si indica quindi genericamente ogni forma intermedia come anello di congiunzione. Esiste poi un terzo sgnificato, quello della specie il cui antenato andrebbe classificato ad esempio come rettile ed il cui discendente sarebbe un uccello. Si tratta di un concetto puramente teorico, difficilissimo da mettere in pratica. Secondo il significato che diamo alla dicitura anello di congiunzione possiamo allora dire che fra l’uomo e la scimmia ne è stato trovato almeno uno, molti oppure nessuno. A mio giudizio l’accezione scientificamente più significativa è la seconda e quindi direi che di anelli ne sono stati trovati molti. Dipende da cosa si intende per anello di congiunzione. Un saluto a tutti.
Interessante il commento, ma credo che il problema in se’ non sia trovare l’anello o gli anelli reali, bensi’ perche’ la Natura abbia favorito l’aumento della capacita’ cranica, dato che l’intelligenza non dipende dalle dimensioni cerebrali. E’ questo il vero anello mancante, ma anello logico. Siamo passati dai 500 centimetri cubi degli australopitechi, agli 800 cc, 2 milioni di anni fa, con il genere Habilis, per poi arrivare ai 1.100 con l’Homo Herectus. L’Homo Sapiens, noi, ha da 100 mila anni un volume di 1.350 cc. Un aumento improvviso ancorche’ senza spiegazioni.