Grazie alla memoria il cervello è in grado di riconoscere sensazioni già provate e di accumulare esperienza; davanti ad un problema nuovo ogni animale può infatti reagire con azioni generiche, scoordinate e casuali, ma certamente si ricorderà di quella che più si è rivelata efficace; in una successiva ed analoga situazione, tale ricordo permetterà di risparmiare tempo e fatica. Siamo di fronte ad una nuova forma di adattamento; dopo l’adattamento genetico, che richiede un gran numero di generazioni, ci troviamo ora a considerare l’adattamento intellettuale, il quale, anche se limitato a un singolo individuo e conseguente a un periodo di apprendistato, offre dei grandi vantaggi: grazie alla memoria e all’apprendimento gli animali possono sviluppare un grandissimo numero di reazioni specifiche che gli consentono di nuotare, correre, arrampicarsi, volare, cacciare, costruire tane e tante altre cose ancora da fare al momento opportuno.
Queste facoltà del cervello, già presenti nei vermi piatti marini, che sono un gruppo piuttosto arcaico, probabilmente si sono sviluppate per imparare a muoversi sull’irregolare fondo marino, ma sappiamo che sono alla base di importantissimi sviluppi futuri. Tali facoltà, che si possono riassumere nel termine intelligenza, sono state mantenute in tutti i principali gruppi che si sono evoluti successivamente e ciò comprova la loro importanza e versatilità.
Queste strategie, magari con piccole modifiche, hanno permesso la colonizzazione di una grande varietà di ambienti. Tale brillante risultato è detto successo evolutivo.
Consideriamo ora le strategie che hanno portato al successo evolutivo in particolar modo la nostra specie.
APPROFONDIMENTI
APPRENDIMENTO, INTELLIGENZA, MEMORIA
PALCO D’ONORE
HERMANN EBBINGHAUS
Il concetto di adattamento intellettuale come integrazione di quello genetico è molto interessante. Il filo conduttore naturalistico di questo blook comincia a piacermi sul serio.
Nei processi di apprendimento ha molta importanza il fenomeno dell’imitazione che forse avrebbe meritato di essere menzionato.
Si, è importante notare come anche gli uomini e ancora oggi siano profondamente legati ai processi di imitazione, ci danno sicurezza, identificazione, insomma ci fanno sentire a nostro agio. Purtroppo se le persone che frequentiamo hanno malsane abitudini la nostra tendenza all’imitazione finisce inevitabilmente con il danneggiarci.
Verissimo Gismondo, processo valido per l’uomo, per i primati, ma anche per altri animali. In citta’, per esempio, ho notato dei cani randagi attraversare la strada dalle strisce pedonali, avendo appreso cio’ dall’uomo direttamente, magari dai loro ex padroni, o indirettamente tramite osservazione avendo osservato come attraversano gli umani.
Parlando di memoria, mi sembra indovinata l’immagine dell’elefante, un po’ meno il riferimento ai nostri antenati vermi piatti marini…