Quando degli esemplari di due specie diverse vivono a stretto contatto per ricavarne un beneficio reciproco, si realizza un fenomeno di fondamentale importanza definito simbiosi. Tale relazione è a volte così stretta che i due esemplari arrivano a formare un unico organismo; è il caso dei licheni, che sono organismi dati dalla fusione di un fungo con una colonia di alghe unicellulari; il fungo fornisce alle alghe nutrimento di acqua e sali minerali, nonché sostegno per una migliore illuminazione ed aerazione, mentre le alghe a loro volta nutrono il fungo con le molecole organiche prodotte mediante la fotosintesi.
Un esempio di simbiosi nel mondo animale è dato dal piviere egiziano e dal coccodrillo del Nilo: il piviere è un uccello che si nutre ripulendo i denti del coccodrillo dai fastidiosi residui di cibo, ottenendo in cambio protezione e cibo.
Gli esempi di simbiosi sono molto numerosi ed alcuni di essi hanno ottenuto un grande successo; basti ricordare la simbiosi fra le piante ed i funghi presenti nelle loro radici che permette alle piante l’assorbimento del fosforo e dell’azoto, indispensabili al loro metabolismo, mentre consente ai funghi di nutrirsi con una parte della linfa delle piante stesse.
La simbiosi risulta essere una delle strategie evolutive più antiche. Si è visto come uno dei passaggi fondamentali nell’evoluzione degli esseri viventi sia dato dalla comparsa dei protisti, cioè di organismi che si distinguono dai batteri per una struttura interna molto più complessa. Tale struttura è formata da un nucleo centrale che si unisce ad altre parti, isolate da membrane interne e quindi ben distinte, le quali, svolgendo funzioni specifiche, rappresentano dei veri e propri organi interni. Alcuni di questi organi, i mitocondri, hanno al loro interno una propria molecola di DNA, quindi un proprio patrimonio genetico che ne rivela la vera natura: essi sono i discendenti di antichi batteri in grado di utilizzare i prodotti di scarto di altre reazioni chimiche cellulari per nutrirsi e ricavare l’energia necessaria alla vita; tutto ciò con una efficienza molto maggiore di quella della cellula che li ospita. Con il tempo tali batteri sono diventati le centrali energetiche della cellula, ricavandone in cambio una costante e sicura fonte di nutrimento.
Una situazione analoga si ha nel caso dei cloroplasti presenti nelle cellule di tutte le piante: essi sono l’evoluzione di antichi batteri in grado di realizzare la fotosintesi.
E’ di fondamentale importanza sapere che i mitocondri sono peraltro presenti nelle cellule di tutti gli animali e quindi anche nell’uomo.
Si tratta dunque di una strategia simbiotica che ha portato al successo evolutivo dei protisti.
L’ipotesi della creazione di nuove forme di vita attraverso la fusione di specie diverse è detta simbiogenesi ed è ormai chiaro che essa ha svolto un ruolo molto importante nell’evoluzione, in quanto ha permesso di combinare le capacità sviluppate e perfezionate da specie di batteri diverse, come l’uso della luce solare e dell’ossigeno quale fonte di energia, con quelle di movimento autonomo proprie delle cellule complesse. In questo modo furono colte possibilità di sopravvivenza altrimenti impensabili.
La simbiosi può sembrare una strategia di sopravvivenza lontana dalla vita degli esseri umani, ma la realtà è ben diversa. Per esempio, nell’intestino umano, come in quello di tanti altri animali, sono presenti colonie di batteri che ci aiutano nella digestione e nella difesa da infezioni in cambio di un sicuro e facile nutrimento. Il numero di tali batteri ci dà la portata del fenomeno: se ne conoscono oltre 400 specie diverse.
Bisogna inoltre ricordare che ogni cellula del corpo umano, come quelle di tutti gli animali, contiene un grande numero di mitocondri ed è quindi a sua volta un organismo simbiotico. La simbiosi risulta dunque fondamentale per la nostra vita.
APPROFONDIMENTI
CLOROPLASTI, LICHENI, MITOCONDRI, SIMBIOSI
PALCO D’ONORE
LYNN MARGULIS
La visione dell’evoluzione come un susseguirsi di simbiosi sempre più complesse è veramente interessante, così come la considerazione che anche l’uomo in fondo può essere visto come un insieme simbiotico.
Sono d’accordo che dovremmo imparare ad osservare di più la natura perché abbiamo veramente tanto da imparare.
Con la scusa della tavola rotonda mi sono trovato a leggere di cloroplasti e mitocondri, insomma mi avete rimesso a studiare, ma non ho mai studiato con tanto interesse, mi intriga questo percorso di riflessioni.
Eh ma qui puoi studiare insieme agli amici giocando con avatar e nickeval, vuoi mettere?
Sapevate che i batteri comunicano? Ho visto un video di una ricercatrice alcuni mesi fa dove tutto era spiegato in maniera chiara, solo che ci sono due problemi: era in inglese e non lo trovo! Ma ho trovato questo link che si avvicina all’argomento, anche se non dice la cosa piu’ interessante, cioe’ che i batteri non comunicano solo fra ‘simili’, ma anche con batteri diversi.
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Guerra__informatica__ai_batteri/1339543
Veramente molto interessante! Ho letto questo articolo che ci induce a pensare che gli esseri unicellulari non solo sono in grado di formare delle colonie ma anche società più libere, dei veri e propri microscopici branchi dotati di una comunicazione e collaborazione interna. Importante anche la tua osservazione che è importante notare che la comunicazione può avvenire anche con esseri appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo spingerci anche ad immaginare comunità batteriche simbiotiche. Potrebbero essere una fonte di ispirazione per le nuove società umane multiculturali o magari nel futuro fra civiltà extraterresti. Nei film di fantascienza questa è quasi la norma ma un esempio nel mondo reale non lo avevo mai notato. Un grazie a sir Enkomion per questo commento!
Prego 🙂