Un vecchio e noto proverbio ci dice che l’unione fa la forza. Questo principio è stato sfruttato non solo con la simbiosi di specie diverse, ma anche con le alleanze e le convivenze fra membri della stessa specie. Questi, invece di vivere isolati, possono infatti riunirsi in gruppi numerosi con molteplici vantaggi: in gruppo i predatori possono accerchiare la preda; le prede in branco possono difendersi meglio dai predatori; insieme si possono svolgere attività altrimenti impossibili, per esempio le formiche possono costruire grandiosi formicai solo grazie alla collaborazione.
Anche la strategia del gruppo è molto antica e, come nel caso della simbiosi, può essere così estrema da portare alla formazione di un unico organismo; è quanto sembra essere successo ai primi esseri pluricellulari, discendenti da colonie di organismi unicellulari così strettamente legati al loro gruppo da non poter vivere senza di esso.
PALCO D’ONORE
FERDINAND TÖNNIES
E’ vero che l’unione fa la forza, ma è anche vero che superando un certo numero di membri, l’unione si sfalda.
Vero, ma esistono dei meccanismi per rinsaldare il gruppo: ‘divide et impera’, ‘panem et circenses’.
Basta frammentare i gruppi per averne il controllo, basta che abbiano la pancia sufficientemente piena e una valvola di sfogo per ridurne le tendenze anarchiche.
Anche noi abbiamo creato dei grandi formicai chiamati città, ma avremo fatto bene?