1.a.3 – Quale ruolo ha la selezione naturale nell’evoluzione delle specie?

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28 Febbraio 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

 mimetico

          

Quale ruolo ha la selezione naturale nell’evoluzione delle specie?

Per capire il concetto della selezione naturale bisogna innanzi tutto osservare che, al pari degli esseri umani, gli esemplari di una specie animale presentano numerose caratteristiche individuali e quindi non sono perfettamente uguali fra loro. Gli elementi in comune sono distintivi della specie, gli altri sono distintivi dell’esemplare (per esempio, fra gli equini, il pelame bianco con strisce nere caratterizza la specie delle zebre, ma due zebre possono distinguersi per la diversa altezza, la diversa robustezza, la diversa qualità della dentatura, ecc.). Un altro fenomeno fondamentale e facilmente osservabile è che alcuni dei tratti individuali vengono ereditati dai figli.
La variabilità dei connotati individuali e la loro ereditarietà sono fatti oggettivi da sempre sfruttati dagli allevatori per selezionare razze particolarmente pregiate di bestiame. Gli esemplari con elementi distintivi ritenuti positivi vengono isolati dagli altri e fatti accoppiare fra loro, la prole che erediterà le qualità volute rimarrà nel gruppo mentre la restante parte sarà allontanata. In questo modo i caratteri positivi saranno sempre più comuni nel gruppo e dopo un certo numero di generazioni gli elementi distintivi di pochi individui saranno divenuti caratteri comuni di tutto il gruppo, ormai divenuto una varietà particolare della propria specie.
Gli animali nel loro ambiente formano una sorta di allevamento naturale nel quale ogni esemplare possiede numerose particolarità individuali che possono essere trasmesse alla prole. Alcune qualità del singolo animale però possono, in un dato ambiente, aumentare la sopravvivenza della sua prole rispetto ai propri simili; tali caratteri, generazione dopo generazione, si diffonderanno inevitabilmente nella popolazione fino a diventare comuni a tutta la popolazione stessa, formando una nuova varietà. Tale fenomeno è detto selezione naturale.
È importante notare che, per diffondere gli elementi distintivi di un esemplare, non è necessario che tutti gli altri vengano eliminati o che sia loro impedito di riprodursi; è sufficiente che la loro riproduzione abbia meno successo, ovverosia che abbiano un minor numero di figli in grado di riprodursi. In natura il ruolo dell’allevatore è svolto dall’ambiente, dato che sono le caratteristiche dello stesso a determinare le probabilità di successo riproduttivo. Un discorso perfettamente identico si può fare per le piante e i funghi.

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2 Commenti per “1.a.3 – Quale ruolo ha la selezione naturale nell’evoluzione delle specie?”

  1. Gismondo il Malagrotta ha detto:

    Viste le conferme oggettive ottenute con i recentissimi studi sulle mappature dei genomi, forse è giunto il momento di parlare di evoluzione delle specie senza più associarle il termine “teoria”.

  2. Petronilla la Sottile ha detto:

    Una volta capito che le razze sono dei sottoinsiemi di una stessa specie, distinte fra loro da caratteristiche morfologiche, si può capire che il problema del razzismo fra gli uomini non consiste nel classificare gli stessi in diverse razze, ma nel discriminarli a seconda della razza di appartenenza. Che un asiatico sia di una razza diversa da un africano è evidente e non c’è nulla di male, il problema sorge quando si vuole affermare che il primo abbia doti intellettive maggiori rispetto al secondo o viceversa. Attualmente invece, per cercare di affermare l’uguaglianza fra gli uomini, si tende a far passare il concetto che gli uomini non possono essere divisi in razze, nell’illusione che se si eliminano le razze di conseguenza si elimina anche il razzismo. Di fatto però questa impostazione non solo è inutile (discriminazioni fra gli uomini purtroppo si hanno per esempio in base al sesso o alla nazione di provenienza, cosa vogliamo fare, vogliamo negare che esistano due sessi o diverse nazioni?), ma è anche fortemente diseducativa, in quanto cerca di risolvere un problema, il razzismo appunto, negando l’evidenza dei fatti, cioè l’esistenza di diverse razze umane, e contribuendo ad alimentare quell’ignoranza di fondo che ancora impedisce di superare tale problema.

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