Quando ci accorgiamo che delle credenze sono del tutto infondate, le definiamo superstizioni, se riguardano eventi naturali e pratiche magiche o religiose, oppure pregiudizi se si riferiscono alla natura umana e alla vita sociale. Tuttavia, ci accorgiamo dell’infondatezza delle credenze solo quando giudichiamo quelle diverse dalle nostre, dato che ognuno di noi normalmente non è in grado di valutare le proprie.
Superstizioni e pregiudizi vengono tradizionalmente considerati frutto dell’ignoranza, ma in base alle considerazioni precedenti risulta evidente come siano fenomeni naturali dovuti al sorprendente processo che produce la conoscenza umana partendo da poche sensazioni e da molta fantasia (o intuito); se poi ricordiamo che buona parte delle nostre credenze non sono dovute all’esperienza diretta, ma alla nostra tradizione culturale, dobbiamo ammettere che pregiudizi e superstizioni sono spesso frutto della nostra cultura e non dell’ignoranza. Gli esempi sono numerosi: le discriminazioni nei confronti delle donne o delle minoranze religiose, le varie forme di razzismo e le credenze nelle varie pratiche magiche sono infatti fenomeni di chiara origine culturale che variano da popolo a popolo e di epoca in epoca.
Le false credenze ci appaiono vere fino a prova contraria e spesso anche dopo, se non si presentano alternative migliori; esse sono state accettate perché apparentemente non danno problemi alla nostra vita, ma le conseguenze negative possono presentarsi anche dopo molti anni quando si sono ormai profondamente radicate nella nostra mentalità. Non è facile rivedere le convinzioni consolidate, ma in un mondo che cambia in fretta, l’aggiornamento del proprio sistema di credenze diventa una necessità sempre più frequente, perché è sempre più facile che nella nostra mente vi siano idee non solo errate, ma risultanti addirittura dannose nel nuovo contesto formatosi.
La diffusa opinione che bere bevande alcoliche sia un atteggiamento da vero uomo ha infatti comportato gravissime conseguenze soprattutto dopo la diffusione dell’automobile, poiché il numero dei morti in incidenti automobilistici causati dall’alcol è elevatissimo ogni anno; tale usanza provocava gravi problemi anche prima, ad esempio la cirrosi epatica, ma era necessario bere molto di più e più a lungo nel tempo per rischiare la vita. Come ulteriore esempio si può citare la convinzione che i governanti agiscano sempre o quasi nell’interesse della patria e dei cittadini, convinzione che da sempre porta le masse a morire in tempo di guerra per interessi altrui.
Dobbiamo allora distinguere fra credenze false e convinzioni nocive: le prime fanno parte della nostra natura, sono inevitabili, ma in genere non danno problemi, le seconde sono quelle che invece comportano conseguenze di una certa gravità. In base alla logica della natura, quando un’idea comporta troppi guai dovrebbe essere sostituita con un’altra migliore, ma ciò avviene solo se la nostra mente percepisce la vera causa di questi guai; per esempio, le norme igieniche si sono diffuse con razionalità solo dopo la scoperta che le malattie erano causate dai batteri. A volte però, nemmeno la consapevolezza della causa è sufficiente: il cancro al polmone è stato associato alle sigarette, ma essendo un fenomeno relativamente raro, viene percepito dai fumatori come una disgrazia che colpisce i fumatori più sfortunati; per loro la vera causa è dunque la sfortuna e non l’uso delle sigarette; un discorso analogo si può fare per l’eccesso di velocità o l’abuso di alcol.
I nostri livelli di tolleranza riguardo ai problemi che ci affliggono sono troppo alti; dobbiamo perfezionare i processi con cui liberarci dalle cattive abitudini e dalle convinzioni nocive perché la nostra mente è sempre più piena di idee deleterie che, nell’insieme, formano una sorta di inquinamento psicologico che ci porta a muoverci contro i nostri interessi. Questa massa di idee spazzatura, che può derivare dalla nostra tradizione culturale o da errate valutazioni personali, a volte può avere anche una funzione positiva: la credenza nel malocchio per esempio ci aiuta a superare la paura dell’ignoto in quanto individua una causa fittizia contro la quale però c’è rimedio; dopo che il mago di turno ci ha tolto il malocchio, possiamo con rinnovata sicurezza affrontare e superare un periodo difficile, cosa prima impossibile senza una causa da eliminare per risolvere i nostri problemi; simili superstizioni diventano dannose solo quando ci si rivolge al mago per curare delle malattie, per il resto, contro la sfortuna, funzionano ancora bene e sarebbe un errore eliminarle senza sostituirle con qualcosa d’altro.
Noi tutti sappiamo che l’alta velocità è la principale causa di incidenti, ma l’incidente è un evento raro che capita solo ai più sfortunati; ne segue che, quando usciamo e corriamo con la nostra auto, pensiamo che l’incidente capiterà sempre a qualcun altro. Al nostro primo sinistro però, anche se lieve, il nostro atteggiamento cambia e per molto tempo, a volte per sempre, guideremo con maggiore prudenza ricordando che tale guaio può capitare anche a noi. Come abbiamo detto, l’apprendimento dell’inconscio dipende dall’esperienza; la nostra coscienza era consapevole dei rischi dell’alta velocità anche prima dell’incidente, ma l’inconscio, la parte dominante della nostra mente, aveva invece bisogno di un bello spavento per rendersene pienamente conto e cambiare la percezione del pericolo. Risulta quindi chiaro che per combattere l’inquinamento psicologico spesso non è sufficiente affidarsi alla nostra coscienza, per quanto bene informata, ma diviene necessario migliorare la percezione della realtà attraverso opportune e controllate esperienze.
PALCO D’ONORE
MASSIMO POLIDORO
CONCETTI IN PILLOLE
n. 10 – L’INQUINAMENTO PSICOLOGICO
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E’ proprio vero che ci abituiamo a tutto: ore per percorrere pochi kilometri, università a numero chiuso, adolescenti che girano armati, lavori precari… ed è un subire passivo deleterio perché, come giustamente si dice nel post, ci porta a vedere tutto come disgrazie ineluttabili, quando invece quasi sempre si tratta di problemi risolvibili. Certo che se non riusciamo a capire che si tratta di un problema da risolvere piuttosto che una disgrazia da subire, la soluzione non si troverà mai e si accentuerà sempre più la senzazione del castigo di Dio.
Da tanto pensavo a questi concetti ma non ero mai riuscito a eviscerarli così bene. Meditiamoci e discutiamone.
Mamma li turchi! Anche i mori hanno scoperto Ofelon. A parte gli schezi, grazie ad Allah i tempi sono cambiati (e magari dietro questo affascinante avatar c’è un geometra di Misano Adriatico). Comunque benvenuto nel villaggio e, quando sei pronto, rifatti vivo e iniziamo a discutere che di argomenti ce ne sono già diversi su questa tavola rotonda.
L’alcol fa divertire, le macchine veloci sono da veri uomini, le sigarette fanno fighi, le droghe sono vietate quindi desiderate. E chi paga il conto? Tutti noi: stragi del sabato sera di giovani e poveri innocenti oltre ad alcolismo in tutte le fasce di eta’, anche per i minori, e cirrosi epatiche; incidenti mortali e invalidanti che sono un bollettino di guerra; morti per malattie correlate al fumo diretto e indiretto; cocaina consumata da tutte le fasce sociali, oltre ad ecstasy che e’ ormai entrato nella ‘dieta’ di tutti i giovani e lo spinello che non fa male solo che se parli con chi se ne fa ogni giorno ti trovi davanti un rincoglionito.
Cosa fa il governo? Niente, ovviamente, loro sono pagati dalle lobby per non fare niente. Cosa facciamo noi tutti? Vediamo le persone che ci circondano morire e preghiamo che il Signore ci tenga in salute… intanto beviamo, corriamo, fumiamo, ci droghiamo (e facciamo sesso casuale non protetto, vero maschietti?).
Ehm… beh, veramente… io…. 😳
Tranquillo, ho esperienza diretta di tutto cio’ di cui parlo! :p