Siamo in un momento epocale!
Dopo la scoperta della ruota, stiamo vivendo in un’altra era che segnerà profondamente il progresso del genere umano: l’era del telefonino.
Il telefonino è uno strumento portatile che ci permette di comunicare con chi vogliamo e quanto vogliamo; oggi svolge pure funzioni di agenda, orologio, sveglia, gioco, fotocamera, ecc., ma si chiama telefono e si chiamerà sempre così, perché la sua principale funzione è quella di soddisfare un’esigenza primaria dell’uomo: la comunicazione.
Comunicare significa relazionarsi al prossimo, scambiare conoscenze, arricchirsi culturalmente, avere più mezzi per capire sé stessi, gli altri e il mondo che ci circonda, quindi significa avere più mezzi per stare meglio.
Dato che siamo nell’era della comunicazione globale (abbiamo anche la televisione, internet e altri potentissimi mezzi di comunicazione comunque integrati nel telefonino), dovremmo tutti essere superinformati, ipercomunicativi e strafelici; purtroppo però non è così, anzi siamo sempre più stressati, depressi, smarriti, insicuri, stranamente sempre più soli, quanto meno insoddisfatti e spesso infelici.
Perché questa contraddizione? Qual è il senso di tutto ciò?
Fior di filosofi, teologi, sociologi, antropologi e scienziati vari si sono adoperati per ricercare la “verità” nel nobile intento di aiutare l’umanità a vivere meglio; purtroppo però non esiste una sola risposta, per quanto complessa o articolata possa essere; non esiste una “ricetta della felicità” che possa valere per tutti.
Appurato che non si può perseguire una rivelazione tale da poter essere valida come ricetta di felicità per l’umanità intera, ci si deve soffermare sul fatto che è invece possibile lavorare su noi stessi, impegnandoci ad acquisire consapevolezza e saggezza, avendo come meta la propria serenità, il proprio equilibrio, cioè gli elementi che sono sicuramente alla base del benessere e, facendo questo percorso per sé stessi, ci si accorge anche di come sia inevitabile trasmettere positività ad ogni essere umano con cui si entra in contatto.
Bisogna poi essere consapevoli di come tanti piccoli passi, che nel tempo formano il progresso, non siano stati fatti per risolvere i problemi di tutto il mondo; forse chi ha inventato i numeri lo ha fatto per contare le proprie pecore e non si aspettava di ottenere nulla di più. È dunque naturale partire dai problemi particolari per passare poi a quelli di carattere generale e ciò significa cominciare ad esaminare i piccoli problemi più vicini a noi, più alla nostra portata. In linea di principio è poi da presuntuosi pensare di risolvere i grandi problemi del mondo, soprattutto se non abbiamo prima risolto i nostri piccoli problemi personali. Dedichiamoci allora ai piccoli passi, perché sono questi che portano ai grandi progressi, in tutti i campi.
Il seguente lavoro rappresenta pertanto un cammino percorso da noi autori per noi stessi, mediante un insieme di nozioni e di conseguenti riflessioni, nell’intento di raggiungere una maggiore consapevolezza di chi siamo, di cosa vogliamo e di cosa possiamo fare per ottenere ciò che vogliamo, sempre rispettando il ruolo che abbiamo.
Questa esperienza la vogliamo però estendere anche a voi, senza pretesa alcuna se non quella di stimolarvi a riflettere sui vostri percorsi di vita, soprattutto se siete all’inizio di questo lungo cammino.
Buona passeggiata.
La prossima pubblicazione sarà un dialogo che sancisce l’inizio del nostro percorso di riflessioni: la partenza sul sentiero della consapevolezza. Vi aspettiamo!
Speriamo che non abbiate apparecchiato l’ennesimo polpettone…
Normalmente non mi iscrivo sui siti internet, ma la protezione dei dati personali simboleggiata da un templare con tanto di scudo e spadone, mi ha convinto; a parte gli scherzi il progetto Ofelon è sempre più interessante e ve lo volevo dire. Ciao.
Bene la grafica e bene i contenuti, se il buongiorno si vede dal mattino… 🙂
La grafica e la struttura del sito possono anche non piacere, ma denotano una grande cura e un grande impegno che lasciano ben sperare per i contenuti presentati. L’idea dei nickname medievali è simpatica, ma voglio dirvi che la cosa che veramente apprezzo è la totale assenza di banner o spazi pubblicitari.
Troppi complimenti, troppo miele, occhio al diabete…
Questa introduzione ci invita, se ho ben capito, a non perdere tempo a pensare troppo in grande poiché il progresso è formato anche da piccoli passi. Forse è vero in certi casi ma personalmente ritengo pericoloso farne una regola generale: pensare solo in piccolo può anche limitarci e non farci cogliere grandi occasioni.
Io mi limiterei a dire magari che non bisogna sottovalutare i piccoli passi e saperli valorizzare nella giusta misura secondo i casi.