4.a.1 – Che cos’è un problema?

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16 Luglio 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

Che cos’è un problema?

In questo contesto intendiamo per problema tutto ciò che può avere una soluzione: un guasto della nostra automobile ad esempio è un problema, perché certamente si può riparare, anche se non sappiamo come; una malattia incurabile non è tanto un problema quanto una disgrazia poiché per definizione non ha soluzione; come fare per divenire immortali non è un problema, ma un sogno, perché è impossibile.
Si parla spesso di problemi quando abbiamo un’esigenza da soddisfare o un obiettivo da raggiungere poiché in genere si tratta di cose possibili, situazioni in cui diamo per scontato che una soluzione vi sia e quindi che possa essere trovata.
Non è sempre facile trovare le soluzioni che ci servono, né in genere abbiamo la certezza che esistano, tuttavia per trovarle è necessario crederci e quindi una buona dose di ottimismo è una qualità molto importante.
Viceversa lamentarsi di qualcosa senza aver fatto niente di concreto per cercare di risolvere la situazione, significa solo compiangersi per il fato avverso, non affrontare un vero problema. Le lamentele si diffondono rapidamente e vengono condivise dalle masse perché lamentarsi non costa nessuna fatica, permette di uniformarsi a un comportamento di gruppo e crea un alibi alla propria inerzia nel cercare una soluzione. Ecco che i disagi tendono a essere considerati delle disgrazie senza soluzione o dei problemi che qualcun altro deve risolvere per noi, ma in ogni caso si finirà per affondare lentamente nelle sabbie mobili delle lamentele sterili.
Tale comportamento è tipico delle popolazioni sottomesse e disorganizzate che, data la loro condizione, attendono che sia un’autorità superiore a risolvere i problemi per loro come i bambini confidano nell’intervento dei genitori.
Un problema invece può essere visto come un invito al cambiamento, come uno stimolo che richiede una reazione; in effetti ci accorgiamo di un problema quando questo ci procura una qualche difficoltà, ovvero uno stato di disagio dal quale bisogna uscire.
Dunque un problema può anche essere definito come causa di un disagio, ma ancora una volta bisogna soffermarsi sui termini perché “problema” e “disagio” spesso vengono usati come sinonimi, tuttavia, volendo trovare una soluzione, è bene tenere distinti i due concetti; un disagio è qualcosa di negativo che viene da noi percepito, una sensazione come un dolore alla pancia, ma il dolore non è il vero problema, è un segnale di allarme, forse abbiamo mangiato qualcosa di avariato, forse siamo stati avvelenati, forse abbiamo un’infezione intestinale; per ciascuno di questi casi un medico proporrà cure differenti, cioè soluzioni diverse, perché si tratta di problemi diversi anche se il malessere è lo stesso.
Riconoscere il vero problema ha un grande vantaggio pratico: mentre prima il nostro scopo era semplicemente eliminare il dolore, senza sapere da dove cominciare, dopo la visita il medico potrebbe prescriverci una lavanda gastrica per espellere il cibo avariato, oppure cercherà un antidoto in caso di avvelenamento o un farmaco opportuno per uccidere i batteri se è presente un’infezione. Avere ben inquadrato il problema ci permette di definire degli obiettivi meno generici, più chiari e concreti e quindi più facilmente raggiungibili per uscire dal nostro stato di disagio; una soluzione dunque appare come un percorso da seguire per raggiungere tali obiettivi e, considerando che non si può stabilire un tragitto senza sapere quale è la meta finale, risulta evidente come una corretta impostazione del problema sia essenziale e possa, nei casi più semplici, suggerire la soluzione stessa.

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3 Commenti per “4.a.1 – Che cos’è un problema?”

  1. Lucrezia dal Drago Alato ha detto:

    Finalmente qualcuno che contesta lo sport preferito degli italiani che, contrariamente a quanto si pensa, non è il calcio, ma è la lamentela. Quanto è facile piangere e farsi commiserare, quanto è comodo convincersi di essere proprio sfortunati, trovare qualche governante di turno a cui dare tutte le colpe…

    • Alafrida dal Lago ha detto:

      Bisogna anche dire che in molti hanno provato a fare qualcosa, a darsi da fare in prima persona e con tanta buona volontà, ma dopo un pò, sopraffatti dagli scarsi risultati e dall’indifferenza di chi li circonda, sono tornati nei ranghi dei rassegnati.

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