Le quote rosa sono una parte di candidature riservate alle donne, per far sì che abbiano un livello minimo di rappresentanza anche loro. Sembrerebbe una norma a tutela dei diritti democratici delle donne, le quali altrimenti, per motivi misteriosi, sembrerebbero preferire farsi rappresentare da degli uomini, esattamente come fanno tutti i maschi. Se le cose stessero effettivamente in questo modo, le quote rosa sarebbero un tentativo di far abituare le donne a votare sé stesse, nobile intento, ma in contrasto con il riconoscimento della loro capacità di intendere e di volere; è come dire: ” siccome non sai votare, ti aiuto e ti dico io per chi farlo”; paradossalmente tale misura sembrerebbe un limite alla loro libertà di voto. In realtà è vero che le donne non hanno piena libertà di voto, ma per un altro motivo: nessuno, né uomo, né donna, è in grado di scegliere i candidati da presentare alle elezioni, questi sono scelti dalle segreterie dei partiti i quali, essendo da sempre in mano a degli uomini, manifestano chiare tendenze maschiliste.
La mancanza di candidati femmine rischia di porre in evidenza l’esistenza delle candidature non democratiche e quindi la mancanza della libertà di voto sia per gli uomini che per le donne; ecco dunque il vero scopo delle quote rosa: proteggere l’illusione di un voto democratico pagando con una piccola percentuale di seggi da cedere a delle donne, le quali in questo modo ritengono di avere ottenuto paradossalmente una maggiore rappresentatività. Una maggiore partecipazione di alcune donne al mondo politico, in un mondo non democratico, sarà di qualche vantaggio per tutte le donne? Un falso rappresentante donna sarà migliore di un falso rappresentante uomo? Certo, per le donne potrà apparire più credibile, ovvero sarà più difficile accorgersi dell’inganno; il vero problema dunque non è la presenza delle donne in parlamento, ma la mancanza di libertà di voto.
PALCO D’ONORE
OLYMPE DE GOUGES
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Da donna non vorrei mai essere eletta nel “recinto” delle quote rosa, non sarebbe dignitoso e coprirebbe il vero problema della grande disparità nella possibilità di accedere all’elettorato e quindi di una grande divergenza di opportunità fra i sessi che purtroppo ancora persiste.
Noi donne, proprio per questa discriminazione di cui non ci siamo ancora liberate, abbiamo un motivo in più per impegnarci a creare un nuovo assetto veramente democratico, altro che quote rosa!!
Posso essere cattivo? Col sistema attuale le donne in politica o passano dai letti dei politici maschi o servono solo a fare quota.