Non sempre i problemi più gravi sono anche quelli più urgenti e, dovendo scegliere quali affrontare per primi, dobbiamo assolutamente tener conto di questo fatto. Da cosa è data l’urgenza di un problema? È data dal tempo che abbiamo a disposizione per risolverlo, in quanto esiste un limite oltre il quale sarà troppo tardi; tanto minore è il tempo rimasto, tanto maggiore sarà l’urgenza.
Cercando di risolvere il maggior numero di problemi, è ragionevole iniziare da quelli più urgenti, sperando che poi rimanga tempo sufficiente anche per gli altri; questa tecnica non presenta controindicazioni se pensiamo che non vi siano problemi più gravi di altri, ma in caso contrario, come spesso accade, dobbiamo prestare molta attenzione che non rimangano fuori tempo massimo alcuni dei più gravi.
Se però abbiamo molto tempo per le questioni più gravi, in base allo stesso ragionamento è sensato iniziare da quelle meno gravi, ma più urgenti; per fare un esempio estremo, se ci accorgiamo che il nostro bambino sta per far cadere un piatto dal tavolo, noi interrompiamo subito qualunque attività possa essere rinviata, per quanto importante essa sia, poiché l’intervento richiesto al tavolo è urgentissimo, sebbene non di vitale importanza; purtroppo però non è sempre così facile valutare le priorità.
IL CASO CELEBRE
JIM LOVELL
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Valutare le priorità non è facile, ma in qualche modo tutti lo fanno quando agiscono in prima persona. Quanco si delegano invece le istituzioni pubbliche, siamo talmente rassegnati che saremmo felici se qualcuno finalmente risolvesse qualcosa, anche di non urgente, anche di non importante, ma che risolvesse qualcosa, invece…
Tale rassegnazione è molto pericolosa peché porta la gente a sperare in una bella dittatura che ponga fine a tutto questo caos (dimenticando che ci sarebbe qualche piccolo effetto collaterale…)
Esatto Alafrida. Molti sperano in una dittatura che aggiusti tutti! In tanti sperano che ci sia un nuovo Mussolini, soprattutto tra i giovani. Questo e’ un fattore allarmante e preoccupante, una deriva culturale che fa contenta la casta, che vuole appunto che si passi da una oligarchia di fatto ad una dittatura di legge col supporto del popolo. Ovvio: loro creano i problemi, fanno si che il popolo chieda le soluzione che loro si aspettavano, e poi si presentano con la soluzione come salvatori de popolo.