4.b.3 – E’ importante considerare le risorse disponibili?

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11 Agosto 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

È importante considerare le risorse disponibili?

Nell’affrontare realisticamente un problema, ci troveremo prima o poi a fare i conti con le risorse a nostra disposizione; una soluzione che richieda troppi soldi, troppo tempo, troppa forza fisica, che sia al di fuori della nostra portata per qualunque motivo, non è oggettivamente praticabile, non è una vera soluzione, non per noi almeno. Se non esistono o non riusciamo a trovare soluzioni praticabili il problema rimarrà al di fuori delle nostre possibilità.
Sembrerebbe allora ragionevole iniziare ad affrontare i problemi partendo da quelli che appaiono sicuramente entro il nostro raggio d’azione, evitando di sprecare tempo e fatica in quelli che probabilmente risulteranno per noi insolubili; questa tecnica è tuttavia molto rischiosa: come possiamo sapere se un problema non presenta soluzioni se non abbiamo già cercato di risolverlo? In linea di principio noi sappiamo con certezza che un problema è effettivamente alla nostra portata solo quando abbiamo trovato una buona soluzione, allo stesso modo dovremmo pensare che non lo sia dopo vari tentativi falliti; in genere invece ci basiamo su dei pregiudizi basati sul confronto con problemi simili o semplicemente sul sentito dire: quella è cosa da specialisti, quell’altra da filosofi e per quest’altra serviranno chissà quanti soldi. Lo scopo di questo modo di fare è proprio quello di evitare di sprecare risorse inutilmente, ma è piuttosto facile incorrere in gravi errori e rinunciare in partenza ad affrontare problemi che sono invece risolvibili.
Talvolta l’impresa sembra troppo grande perché sottovalutiamo le risorse a nostra disposizione, un caso classico è quello del giovane aspirante imprenditore che ignora l’esistenza di fondi agevolati o a fondo perduto stanziati dagli enti pubblici e quindi rinuncia ad aprire l’attività, ma ancora più comune è il caso di chi pensa di dover fare tutto da solo sottovalutando i possibili collaboratori, non pensando che lo stesso problema è condiviso da molti altri, i quali pertanto potrebbero rivelarsi ottimi alleati; questo eccesso di individualismo è dovuto al nostro retaggio culturale. Ricordiamoci che, se il gruppo è una delle strategie evolutive di maggior successo, è anche vero però che per noi, discendenti dei servi della gleba, è una risorsa che appare poco disponibile; la nostra struttura sociale è sempre quella di piccoli gruppi familiari isolati e disorganizzati, il nostro gruppo è frammentato ed inutilizzabile e ciò rappresenta sicuramente un danno sociale e culturale gravissimo.
Gli animali sociali nascono e vivono in un gruppo già formato che li sostiene in ogni occasione, non si forma un nuovo gruppo per ogni nuova difficoltà; ecco perché è così difficile per noi trovare degli alleati per i nostri problemi, sebbene il numero delle persone, cioè dei potenziali alleati, sia più elevato che mai e nonostante la vicinanza fisica che contraddistingue le nostre città. In altre parole ci manca tanto il legame sociale tipico del villaggio tribale, la nostra comunità originaria dalla quale siamo stati strappati non dal progresso, ma dalla schiavitù dell’antichità. Certamente non si può e non si deve tornare indietro, ma così come nel mondo attuale è stata introdotta l’agricoltura biologica, che riprende processi dell’agricoltura del passato in chiave moderna, si può pensare di fare lo stesso con la nostra società, introducendo una struttura equivalente a quella antica.

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6 Commenti per “4.b.3 – E’ importante considerare le risorse disponibili?”

  1. Leonardo il Grosso ha detto:

    Un proverbio sempre attuale dice che “se vuoi andare da qualche parte troverai una strada, se non ci vuoi andare troverai una scusa”

  2. Petronilla la Sottile ha detto:

    Purtroppo spesso per combattere un problema si tende ad andare all’estremo opposto, a voler ritornare al passato, ma la soluzione sta invece nell’andare avanti riuscendo a gestire il mondo di oggi che invece attualmente subiamo.

  3. Carlotta da Camerino ha detto:

    Di risorse disponibili a livello culturale ne abbiamo da vendere nel 2009, ma purtroppo manca un’organizzazione delle stesse, anzi, manca proprio un modello organizzativo efficiente perché quelli esistenti risultano tutti fallimentari su larga scala.

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