La disinformazione è la diffusione di notizie errate e dannose, ovvero il diffondersi di un pericoloso inquinamento psicologico; in genere si ritiene che essa sia interamente dovuta all’opera di abili manipolatori, ma in realtà, come abbiamo già visto, quella è solo una parte di un fenomeno ben più vasto. Gli esseri umani infatti per loro natura hanno una forte tendenza a credere a ciò che dicono i personaggi autorevoli e a credere ai luoghi comuni, cioè a quel che dicono un po’ tutti; queste inclinazioni ai tempi della società tribale avevano l’importante funzione di mantenere l’accordo e la coesione nel villaggio, per questo ancora oggi riteniamo istintivamente vere le informazioni che sentiamo dire in giro, anche solo da due o tre persone, oppure quelle ricevute dal nostro professore di storia anche se parla di medicina.
Il nostro passato tribale ci rende inoltre inclini al pettegolezzo giornalistico, comunemente detto gossip o giornalismo scandalistico, nonché fortemente curiosi di eventi di cronaca nera, di incidenti spettacolari e di ogni sorta di informazioni emotivamente forti; come abbiamo già detto, tali curiosità trovavano delle applicazioni utili nel nostro lontano (ma non troppo) passato, ma oggi, nel mondo moderno, hanno perso queste funzioni e ci spingono a trascurare le notizie veramente importanti senza rendercene conto, a sentirci bene informati anche quando non lo siamo affatto.
In genere la credibilità degli esseri umani è sempre piuttosto limitata, ma essendo la nostra vita basata sulla collaborazione, dobbiamo essere propensi a fidarci l’uno dell’altro e ad accettare in modo poco critico la mappa mentale della comunità; quest’ultima, in tutto o in parte, è quasi sempre sbagliata, ma un tempo funzionava come se fosse vera poiché era il prodotto di una lunga selezione naturale, almeno fino all’avvento dell’agricoltura. Da allora le cose sono cambiate molto, ma la nostra natura è rimasta la stessa, siamo istintivamente creduloni e superficiali come nell’età della pietra.
Dobbiamo inoltre aggiungere che tutti noi abbiamo l’irresistibile impulso a diffondere ulteriormente le notizie errate che abbiamo ricevuto, ne parliamo con i nostri amici, rendendo loro un pessimo servizio; noi tutti non siamo solo vittime, ma anche fonti di questa disinformazione spontanea.
Alla base della disinformazione dunque troviamo la nostra stessa natura di animali sociali che, in un contesto sociale ed ambientale profondamente mutato, porta a degli effetti disastrosi anche in assenza di abili manipolatori delle folle. Nel nuovo ambiente noi accettiamo credenze che forse andavano bene in un’altra epoca, ma che oggi sono deleterie e diamo credito a personaggi sconosciuti e inaffidabili in quanto abituali frequentatori delle nostre case tramite lo schermo televisivo.
È bene ricordare che le scelte che facciamo nella vita dipendono dalle informazioni in nostro possesso: scegliamo un corso di studi perché ci hanno detto che poi sarà facile trovare lavoro, compriamo una seconda casa perché tutti dicono che è un buon investimento, ecc.. Più in generale, sulla base delle informazioni di cui disponiamo, costruiamo sia la nostra mappa mentale, sia la nostra cultura ed è quindi facile intuire quali effetti disastrosi possano seguire ad informazioni sbagliate. È anche doveroso ricordare che in un sistema democratico i cittadini devono giudicare i propri governanti e questo ovviamente sulla base delle informazioni che ricevono sul loro operato; da sola, la disinformazione politica è pertanto in grado di rendere inutilizzabile un sistema politico democratico.
Volendo esaminare i legami fra politica e disinformazione non possiamo fare a meno di notare che quest’ultima non è più dovuta solo a dei fenomeni naturali, ma che invece tali fenomeni sono ampiamente sfruttati dai politici, con l’ausilio dei migliori specialisti in tecniche di persuasione, per condizionare e dirigere le scelte delle masse. Le tecniche usate sono quasi sempre molto semplici per non dire banali, ma funzionano benissimo, visto che noi siamo per natura superficiali e quasi del tutto privi di senso critico.
Riassumendo abbiamo individuato tre cause fondamentali per la disinformazione:
• La natura sociale dell’uomo
• I cambiamenti ambientali
• I manipolatori
Le prime due sono fenomeni naturali e quindi chiameremo il loro effetto disinformazione naturale; la terza è invece dovuta a un atto consapevole di qualcuno e allora parleremo di disinformazione pilotata, in quanto si tratta dell’uso di un fenomeno naturale per un proprio interesse riuscendo a indirizzare tale fenomeno nella direzione voluta.
APPROFONDIMENTI
GOSSIP, LUOGO COMUNE
PALCO D’ONORE
ELISABETH NOELLE-NEUMANN
CONCETTI IN PILLOLE
n. 43 – LA DISINFORMAZIONE
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Il bombardamento di informazioni inutili da cui siamo costantemente martellati è un grave problema in quanto la nostra capacità di concentrarci sulle notizie è limitata. Il danno che in questo senso compiono i media è poi amplificato, come spiega bene questo post, dalla nostra naturale e irrefrenabile necessità di parlare con il primo amico a disposizione dell’ultimo scoop. A chi di noi non succede di trovarsi a commentare notizie tipo il grave attentato perpetrato negli Stati Uniti da una setta sconosciuta o il proliferare delle alghe nei fiumi cinesi?
Le televisioni devono fare audience per aumentare i prezzi dei passaggi pubblicitari e, capito il giochino inconscio, fanno servizi giornalistici che amplificano i gossip, il sensazionalismo, le risse, lo scandalismo, il complottismo e così via. Spegniamo questa fonte di disinformazione che si chiama TV e accendiamo il cervello!