4.c.15 – Quale tipo di democrazia possiamo scegliere?

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8 Settembre 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

Quale tipo di democrazia possiamo scegliere?

Abbiamo esaminato essenzialmente due modelli di democrazia: quella diretta che si ispira al sistema applicato nell’antica Grecia ad Atene, dove tutti i cittadini aventi diritto di voto si riunivano in un parlamento con centinaia di membri, dove ognuno rappresentava direttamente se stesso; quella indiretta parlamentare dove ancora centinaia di persone si riuniscono dopo essere stati eletti da una popolazione molto più grande. Entrambi i sistemi pertanto si ispirano al modello ateniese nel quale erano peraltro esclusi dal voto gli schiavi, le donne, gli artigiani, i mercanti e chiunque non fosse proprietario terriero; il popolo allora non era l’insieme di tutti gli abitanti, ma una fetta minoritaria di popolazione di origine non solo nobile. Secondo un punto di vista moderno si trattava dunque di un’estensione della classe dominante, molto coraggiosa ed innovativa, ma non una vera democrazia. Oltre questo abbiamo visto che il loro parlamento era troppo grande per funzionare in modo efficace, dunque possiamo dire che il modello greco non ha mai funzionato da un punto di vista democratico, anche se gli va riconosciuto il merito di averci provato e di aver affermato il concetto di democrazia come un principio giusto e realizzabile. Per quanto riguarda la democrazia indiretta, essa ha cercato di risolvere il problema del numero eccessivo con l’elezione dei rappresentanti e con l’inserimento degli stessi in un parlamento sempre di tipo ateniese, ma ottenendo risultati ancor più deludenti. Si è trattato di nuovo di un tentativo molto coraggioso e per questo ammirevole, tuttavia non ci dobbiamo nascondere il suo fallimento; cercare di applicare un sistema assai difettoso, nato per gestire una singola città di molte migliaia di abitanti, a delle nazioni con molte decine di migliaia di abitanti era un piano temerario; certo all’inizio il voto era riservato solo ad alcune categorie di cittadini (maschi, bianchi e con un certo grado di ricchezza) e questo riduceva sensibilmente i problemi, ma allo stesso tempo escludeva una vera democrazia.
Con l’introduzione del suffragio universale nella seconda metà del novecento, si è cercato di fare l’ultimo passo verso la vera democrazia concedendo il diritto di voto a tutta la popolazione adulta, ma di fatto questo ha solo fatto emergere i punti deboli del sistema parlamentare, ingigantendo i problemi legati alla manipolazione della gente comune e avvantaggiando come mai prima d’allora i politici senza scrupoli. Paradossalmente con l’introduzione del suffragio universale si è avuta un’ondata di corruzione che ha reso il sistema inefficiente anche da un punto di vista amministrativo. Tale sistema non può funzionare con decine o peggio con centinaia di milioni di elettori; una vera democrazia dunque in una grande nazione non è mai esistita.
Quando è nato l’attuale sistema parlamentare, alla fine del XVIII secolo, i trasporti si basavano sui cavalli e sui carri a trazione animale, come le diligenze o le carovane del far west, e l’illuminazione si basava sulle candele e sulle lampade a petrolio. Oggi questi sistemi sono stati superati dai tempi e sostituiti con nuove tecnologie più efficaci, a chiunque apparirebbe assurdo o quantomeno bizzarro utilizzarli ancora, sebbene indubbiamente tali sistemi abbiano sempre funzionato. Come mai a tutti sembra invece normale utilizzare un sistema politico risalente alla stessa epoca, ma che non ha mai funzionato? Tale sistema inoltre si ispirava fortemente a quello greco, molto più antico e legato a un mondo lontanissimo, perché dunque nessuno cerca qualcosa di nuovo? Oltre che all’educazione scolastica, questo stato di cose si può attribuire alla natura umana che, come abbiamo detto in precedenza, percepisce come argomento religioso tutto ciò che riguarda l’ordinamento della società e i relativi valori guida. L’attuale sistema politico è stato dunque accettato dalla popolazione in modo assai poco critico, come una verità religiosa che come tale viene difesa; ecco perché si è mantenuto inalterato nei secoli ed ecco perché le proposte di cambiamento sono in genere bollate come eresie.
Tuttavia dobbiamo anche ricordare che pure le religioni, sia pur lentamente, evolvono; questo avviene tanto più velocemente quanto più l’insoddisfazione della popolazione è alta e quindi la sua mentalità è pronta a cambiare. Sappiamo che il dilagare della corruzione ha portato ad una grave inefficienza anche amministrativa oltre che democratica; oggi l’insoddisfazione del cittadino è pertanto mediamente molto alta e vi sono dunque buoni motivi per credere che i tempi siano ormai maturi affinché dei riformatori siano visti come dei salvatori piuttosto che come pericolosi eretici sovversivi da emarginare, possiamo dunque sperare in un nuovo salto evolutivo culturale.
L’unico modello che risulta valido attualmente è quello diretto, ma si rivela già inefficace se applicato ad un gruppo di poche decine di persone. Se dunque vogliamo introdurre un sistema democratico nel nostro mondo, dobbiamo creare un modello nuovo, un modello che soddisfi le seguenti caratteristiche:
• l’insieme dei cittadini deve costituire effettivamente la massima autorità;
• il governo deve essere una forma di autogoverno, quindi deve seguire la volontà popolare;
• gli oratori abili, ma disonesti, non devono avere vantaggi rispetto ad oratori scadenti, ma con buone idee;
• se necessario, si devono eleggere veri rappresentanti;
• vi deve essere un efficace controllo dei rappresentanti;
• vi deve essere una selezione delle idee migliori;

avendo definito degli obiettivi chiari, abbiamo stabilito delle mete precise verso le quali dirigerci nel nostro viaggio alla ricerca di un progresso stabile; possiamo quindi decidere il percorso da seguire iniziando finalmente a parlare delle possibili soluzioni ai problemi radice.

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3 Commenti per “4.c.15 – Quale tipo di democrazia possiamo scegliere?”

  1. Gismondo il Malagrotta ha detto:

    Il concetto dei problemi radice è chiaro e condivisibile, ma per l’estirpazione (a maggior ragione se contemporanea) non mi pare che esistano ancora gli strumenti adatti.

  2. Morias Enkomion ha detto:

    Tutto bello in teoria, ma… chi glielo spiega ai potentati economici?
    Chi gli dice: “Se non restituite il maltolto e poi sparite vi processiamo!”?

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