Capitolo 3.a

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31 Maggio 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

IL VALORE DELLA VITA

Sappiamo bene che la nostra mente, per farci orientare nella vita, non ha bisogno solo di conoscere la natura che ci circonda fatta di alberi, animali e rocce, ma deve anche avere cognizione della società a cui apparteniamo fatta di uomini. L’uomo è un animale sociale e la sua comunità costituisce l’ambiente dove vive; le leggi che governano tale ambiente devono allora essere ben conosciute per poter vivere in esso; oltre agli eventi naturali come la pioggia, la neve, le stagioni, ecc., bisogna dunque saper capire e prevedere gli eventi sociali, cioè i comportamenti degli altri esseri umani, per poter stabilire il proprio. Alla fine la logica è la stessa di sempre: si cerca il comportamento corretto per la sopravvivenza; nel tempo il nostro cervello sviluppa naturalmente dei criteri per stabilire quale comportamento sia giusto oppure sbagliato, ma indubbiamente tali criteri vengono appresi anche culturalmente.
Nella nostra mappa mentale i punti di riferimento fondamentali per scegliere il comportamento corretto sono detti valori; essi ci appaiono come qualcosa di prezioso da conservare, proteggere e tramandare, al punto che per tutelarli regoliamo in modo opportuno il nostro agire quotidiano. I valori sono una cosa molto personale, anzi intima, che tuttavia va condivisa con amici e conoscenti; un libro non è certo il mezzo più adatto per confrontare i propri valori con quelli degli altri e lo scopo principale della seguente trattazione non è infatti quello di proporre nuovi valori o dare esempi da imitare, ma quello di porre le basi per introdurre gli argomenti successivi e renderli più facilmente comprensibili. È nostra ferma convinzione che ognuno di noi debba autonomamente gestire i propri valori, criticandoli e migliorandoli se necessario, facendo le sue personali considerazioni esattamente come noi ora faremo le nostre.

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6 Commenti per “Capitolo 3.a”

  1. Gilberto il Valligiano ha detto:

    In effetti tutti si lamentano che non ci sono più i valori, ma nessuno sa il perché. Tutti avvertono un degrado dei costumi e della società, ma non ci rendiamo conto che dipende da noi e forse non ci rendiamo conto perché siamo troppo impegnati a lamentarci…

  2. Petronilla la Sottile ha detto:

    Sono d’accordo che i valori vanno discussi e approfonditi, ma soprattutto vanno praticati quotidianamente da tutti i membri di una comunità che in questo modo li alimenterà e tramanderà.

    • Carlotta da Camerino ha detto:

      Però anche la comunità è un valore che si sta perdendo e senza una vera comunità che valori vuoi praticare e tramandare? E come riorganizzare una comunità in città di milioni di formiche impazzite che corrono, corrono, ma alla fine girano in tondo e non arrivano mai?

  3. Morias Enkomion ha detto:

    La decadenza o perdita dei valori, cemento di una societa’, e’ un problema non soltanto nostro. Anche nell’Antica Roma era sentito. Non dimentichiamo che, come ogni essere vivente, anche le civilta’ nascono, crescono e muoiono. La nostra e’ putrida e marcescente…

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