3.b.2 – Di quali libertà abbiamo veramente bisogno?

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15 Giugno 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

ostacoloDi quali libertà abbiamo veramente bisogno?

Essere liberi di fare ciò che non ci interessa o che non vogliamo non è certo una grande fortuna, sarebbe una libertà di nessun valore; il valore della libertà dipende allora da ciò che essa ci permette di fare, dall’importanza dell’attività che ci consente di svolgere. In base a questo criterio è sufficiente chiedersi quali sono le attività più importanti per avere le risposte che cerchiamo.
La nostra natura animale ci impone delle necessità da soddisfare; in particolare quella di muoversi è profondamente radicata nella nostra natura, è una necessità sia fisica che psicologica e non possiamo farne a meno; da sempre la prigionia è usata come punizione per i criminali, gente spesso dura e abituata a tutto, ma essere rinchiusi a lungo è difficile da sopportare anche per loro. Se impediamo poi a qualcuno di soddisfare esigenze ancora più fondamentali come nutrirsi, bere, dormire e riscaldarsi, entriamo nel campo della tortura.
La nostra innata socialità ci induce inoltre ad avere dei contatti con i nostri simili, è un’esigenza psicologica importante e non deve quindi sorprendere che l’isolamento sia una delle punizioni aggiuntive alla prigionia più comuni, oppure uno dei sacrifici che i religiosi come gli eremiti impongono a sé stessi, a fianco del digiuno e dell’astinenza sessuale, per mettere alla prova ed esercitare la propria forza di volontà.
Strettamente legate alle necessità fondamentali sopra citate sono quelle economiche e sociali in genere: avere una casa, poter mantenere una famiglia, quindi avere un lavoro, poter educare i propri figli ( e quindi avere del tempo da dedicare loro), avere almeno la speranza di poter scalare qualche gradino della gerarchia sociale di cui si fa parte, quindi prospettive di carriera e prestigio sociale. Avere la libertà di soddisfare almeno queste esigenze vuol dire avere la possibilità di poter vivere in modo dignitoso e di potersi sentire giustamente realizzati.
È facile tuttavia controllare su qualunque libro di storia che, in periodi diversi, tutte le libertà associate alle suddette esigenze sono state negate: talvolta in seguito all’imposizione di varie forme di schiavitù da parte di una popolazione su un’altra, talaltra a causa di tradizioni culturali molto forti anche a livello familiare, come il maschilismo e il conseguente asservimento delle donne.
Volendo studiare come tutelare al meglio il valore della libertà, è da qui che dobbiamo partire: quali sono le libertà fondamentali e quali sono i pericoli che oggi possono minacciarle.

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5 Commenti per “3.b.2 – Di quali libertà abbiamo veramente bisogno?”

  1. Nazarina da Fiastrone ha detto:

    In troppi si accontentano che le libertà fondamentali vengano riconosciute dalla costituzione senza rendersi conto che in realtà vengono puntualmente disattese. Basta veramente poco per creare una suggestione collettiva.

    • Carlotta da Camerino ha detto:

      E’ talmente vero quello che dici che arriviamo a indignarci per la mancanza di libertà in Paesi lontanissimi e ci dimentichiamo di alzare una paglia a tutela della nostra libertà. Il tutto naturalmente sapientemente dosato dai media.

      • Leonardo il Grosso ha detto:

        Chi si indigna per la mancanza di libertà o per la fame in Paesi lontani forse sbaglia obiettivo, ma chi gestisce tale indignazione non sbaglia affatto, se è vero che le grandi associazioni benefiche spendono circa i due terzi dei fondi messi loro a disposizione per i costi di struttura (palazzi sfarzosi, ricevimenti regali, auto di lusso, ecc.)

        • Morias Enkomion ha detto:

          Infatti Leonardo: e’ un’altro modo del sistema per aumentare la nostra apatia, copiata dalla vendita delle indulgenze che ha fatto incazzare Lutero. Paga e ti salverai. E il bravo cittadino paga il suo obolo ad una societa’ non profit sicuro che cosi’ ha fatto il suo dovere. Invece non profit significa bilancio in pareggio, significa che lo scopo principale della societa’ non e’ profitto, non significa che i manager non siano strapagati. Un’altra fregatura, ma il cittadino cosi’ puo’ dormire tranquillo, certo che con i suoi 10-100-1000 euro ha fatto una buona azione e andra’ in paradiso.

          • Leonardo il Grosso ha detto:

            Condivido in toto, le persone amano sentirsi persone per bene e la stessa gratificazione che provano nel mandare un obolo all’associazione di turno, la riproducono andando a votare, uscendo dall’urna fieri di aver fatto il proprio dovere. Non vogliono sentirsi dire da due pazzi sovversivi come noi che quando dice bene dell’obolo va a buon fine forse un terzo e che votando legittimano quel sistema di cui si lamentano, perché appunto si incrinerebbe l’autostima a cui tengono più della verità.

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