3.b.6 – I dogmi sono utili?

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19 Giugno 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

I dogmi sono utili?

Avere libertà di pensiero e di opinione di norma vuol dire non subire penalizzazioni a causa delle proprie idee da parte delle autorità oppure da parte dei propri concittadini; abbiamo già visto però che non sono solo questi gli ostacoli che dobbiamo superare, ve ne sono altri meno evidenti, quindi ancora più insidiosi, legati alla nostra natura e alla nostra tradizione culturale; pertanto non dobbiamo difenderci solo dagli altri esseri umani, ma dalla nostra educazione in parte dogmatica e dai nostri stessi istinti, creati entrambi per un ambiente che non esiste più.
I nostri simili, per quanto prepotenti siano, non sono in grado di leggere nel pensiero e se noi teniamo segrete le nostre opinioni non possono impedirci di pensarle; molte tradizioni culturali, non solo religiose, sono invece in grado di educarci fin da bambini a non pensare, a rifiutare contro ogni logica idee alternative, a vedere in ogni innovatore un sovversivo; sono in grado di fare questo facendo leva sulle nostre naturali inclinazioni verso l’oscurantismo e l’intolleranza. Queste forme culturali sono i nemici naturali della nostra libertà in ogni senso e sono quelli che agiscono più in profondità, direttamente sulla nostra capacità di pensare. È necessario un adattamento culturale che ci protegga da questi fenomeni, attraverso il rifiuto di ogni dogma o verità indiscutibile; una verità autentica può essere messa in discussione quanto si vuole, ma alla fine risulterà sempre vera; quindi solo ciò che è falso ha la necessità di essere protetto come dogma. Si potrebbe avere il timore che il rifiuto dei dogmi possa comportare una mancanza di certezze assolute e quindi un senso di smarrimento e di insicurezza, ma l’esperienza ci dice che di fatto non accade, le certezze assolute sono infatti quelle su cui non si hanno dubbi non quelle indiscutibili (nel senso che è proibito discuterne) e quindi i dogmi non servono a dare sicurezza, ma a proteggere una tradizione; si ricordi poi che quando cade una nostra ferma convinzione, in breve tempo la nostra mente la sostituisce con un’altra secondo la sua natura; si tratta di una necessità psicologica che facilmente viene soddisfatta e pertanto non vi sono pericoli per la nostra psiche, ma solo per le nostre idee antiquate.
Pur ammettendo che, al tempo della vita tribale, rendere immorale discutere certe credenze serviva a rafforzare la stabilità di una cultura in un mondo altrettanto stabile, bisogna prendere coscienza che oggi i tempi sono cambiati e che questo modo di fare non è solo inutile, ma altamente dannoso.

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5 Commenti per “3.b.6 – I dogmi sono utili?”

  1. Gismondo il Malagrotta ha detto:

    Non avevo mai pensato che la nostra libertà di pensiero potesse essere limitata non solo dalle leggi autoritarie, ma anche dai condizionamenti di cui non ci accorgiamo nemmeno, però è proprio così.

    • Gerulfo delle Milizie ha detto:

      E adesso che lo sappiamo siamo passati da un problema senza soluzione a due problemi senza soluzione 🙁

      • Carlotta da Camerino ha detto:

        Attento Gerulfo che i problemi hanno sempre una soluzione e per trovarla il primo passo è proprio un corretto inquadramento del problema.

        • Morias Enkomion ha detto:

          Brava Carlotta!

          E qui voglio dare l’affondo sulle religioni, tutte, che coperte dai dogmi hanno come obiettivo il controllo dei corpi attraverso il controllo della mente. E’ di questi giorni la querelle sul crocifisso: tutti a difenderlo, ma chi difende i valori portati avanti da Gesu’ Cristo? Nessuno, nemmeno la Chiesa Cattolica, una grande aberrazione visto che Gesu’ era un ebreo e mai ha voluto fondare una nuova Chiesa. Era un ebreo duro e puro, della setta degli Esseni, che praticavano uno stile di vita che poi sara’ ripreso da San Francesco. E infatti non dimentichiamo che la Chiesa voleva condannare per eresia San Francesco…

          Perche’ la Chiesa Cattolica ci martella con i santi quanto Gesu’ pregava solo il Padre? Perche’ i santi fanno vendere calendari, statuine, viaggi…

          Dobbiamo aprire gli occhi!

          • Carlotta da Camerino ha detto:

            Gli antichi sciamani conoscevano già bene l’importanza del totem per controllare i fedeli. Certo che poi se i fedeli comprano gadget, pagano per visitare un loculo, per guardare una teca in cui si conservano macabre reliquie, fanno pellegrinaggi con il tour operator… beh, allora viva l’anima (del commercio).

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