3.b.11 – Si può parlare di libertà di istruzione?

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24 Giugno 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

Si può parlare di libertà di istruzione?

La cultura, come sappiamo, è una delle risorse fondamentali dell’essere umano, anche considerando un singolo individuo. Una delle parti fondamentali della nostra cultura è quella data dalle istituzioni scolastiche e che viene detta comunemente istruzione; avere la possibilità di accesso a scuole, licei, università e a tutte le possibili fonti di istruzione è in effetti una libertà molto importante, ritenuta solo un sogno irrealizzabile fino a pochi decenni fa. La libertà di accesso all’istruzione da sola però non basta; essa risulta infatti vanificata in caso di scuole inefficienti, che preparano male i nostri ragazzi o che addirittura forniscono loro una cattiva educazione; peggio ancora se non sono in grado di tutelarli da forme di bullismo e dal contatto con vari tipi di sostanze stupefacenti; un primo nemico della libertà di istruzione è dunque dato dalla pessima qualità delle scuole.
Un secondo pericolo viene dall’introduzione del numero chiuso nelle università pubbliche, nate proprio per garantire a tutti una possibilità di istruzione elevata; indubbiamente nel tempo la popolazione degli studenti è aumentata a dismisura, ma come può essere considerata una soluzione accettabile limitarne l’accesso? Se aumentassero i malati faremmo nuovi ospedali od ospedali a numero chiuso? Perché si possono costruire nuovi ospedali, ma non nuove università? Aggiungiamo inoltre che tali università non sono affatto gratuite e l’aumento delle rette è certo un altro ostacolo all’accesso.
Per esempio oggi in Italia abbiamo indubbiamente un accesso all’istruzione molto superiore rispetto a quello di cento anni fa, ma rispetto a 25 anni fa vi è stato chiaramente un regresso, sia per un calo della qualità del servizio offerto, sia per un aumento dei costi, sia per l’introduzione del numero chiuso. La libertà di accesso alla cultura è dunque un bene da tutelare perché sta attraversando oggettivamente un periodo molto difficile che può causare gravi danni. La limitazione dell’istruzione non è infatti solo una preclusione per il singolo, ma rappresenta una grave minaccia per la collettività che non potrà valorizzare a pieno le proprie risorse umane; oggi, in piena emergenza adattativa, un tale spreco proprio non possiamo permettercelo.

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4 Commenti per “3.b.11 – Si può parlare di libertà di istruzione?”

  1. Carlotta da Camerino ha detto:

    La libertà di istruzione sta diventando sempre più una libertà apparente secondo il concetto espresso in un post precedente. Troppi ostacoli e vincoli in aumento a fronte di opportunità lavorative in discesa libera.

    • Gismondo il Malagrotta ha detto:

      Bisogna però riconoscere che le scarse opportunità di lavoro per i laureati sono dovute anche a uno svilimento generalizzato dei titoli che purtroppo si possono conseguire con una selezione sempre più blanda, per non parlare della possibilità di fare due anni in uno in istituti privati, di scuole e università private compiacenti con i clienti paganti, ecc.

    • Lucrezia dal Drago Alato ha detto:

      … e vogliamo parlare delle università a numero chiuso? Ma cosa vuoi selezionare con dei test? Le prove di ammissione alle facoltà non garantiscono altro che le pressioni e le corruzioni in tali prove.

  2. Morias Enkomion ha detto:

    Sapete perche’ al Sud le universita’ erano piu’ difficili, e parlo di 10 anni e piu’ fa? Perche’ dovevano servire a parcheggiare gli studenti visto che il nostro ingessatissimo mondo del lavoro, che grazie ai sindacati – altra casta – difende i lavoratori – anche i fannulloni – invece del lavoro, non poteva permettersi di avere troppi laureati al Sud. Affermazione di un prof. del mio master, Giorgio Freddi (googlate pure), insieme ad altre interessanti affermazioni sulla politica nazionale ed internazionale. Per rimanere al topic, diciamo quindi che le universita’, come sono adesso, servono piu’ alla casta dei baroni che agli studenti.

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