Le informazioni di base, cioè i fatti oggettivi, anche se non provenienti da un’esperienza diretta, vengono elaborate dalla nostra mente per trasformarsi in opinioni soggettive. Se la fonte d’informazione è attendibile, lo saranno anche i fatti che ci comunica e le sue opinioni personali; perché dovremmo faticare a costruire una nostra opinione soggettiva partendo dalla materia prima dei fatti quando si può fruire di opinioni preconfezionate? In questo caso il problema non si ferma all’attendibilità della fonte, ma riguarda anche la differenza terminologica dei termini.
Qualora non si abbia chiara tale distinzione, se cioè si confonde l’opinione con il fatto, le conseguenze per la nostra conoscenza e per la nostra libertà saranno gravissime. Fare propria l’opinione altrui è un processo naturale, ma significa condividere un elaborazione di ragionamento su fatti che rimangono oggettivi. Come si può non condividere un’opinione se non si conoscono i fatti su cui si basa? L’opinione per esempio che un governo si debba dimettere perché non ha mantenuto le promesse elettorali è senz’altro condivisibile, ma presuppone la conoscenza di tali promesse e dei dati sull’operato del governo.
A questo punto è ovvio che se si ha interesse a manipolare l’informazione bisogna coprire i fatti con un gran numero di opinioni, che diano il senso del pluralismo in quanto contrastanti, che diano il senso della vera contrapposizione alzando i toni degli interlocutori, che diano il senso dell’autorevolezza perché trasmessi in televisione, ma sempre rigorosamente distaccate da fatti obiettivi; si arriva a dibattiti assurdi in cui si discute con opinioni divergenti su fatti altrettanto diversi; è infatti frequente assistere a discussioni fra politici che affermano di aver governato bene perché per esempio hanno diminuito il tasso di disoccupazione e altri che li accusano di aver governato male in quanto hanno alzato il tasso di disoccupazione. Non si tratta forse di due opinioni ambedue condivisibili? Ha senso seguire una tale discussione senza avere notizia sullo scostamento del tasso di disoccupazione, sul termine di paragone di tale scostamento e sulle metodologie usate per effettuare il calcolo?
Un altro metodo molto diffuso per coprire i fatti è semplicemente quello di parlare d’altro e non è un caso che i telegiornali, cioè la nostra fonte d’informazione più utilizzata diano ampio spazio a notizie sportive, a curiosità sulla vita di personaggi famosi, a eventi accaduti in paesi lontani, fino a presentare con collegamenti in diretta il programma di varietà che seguirà a pochi minuti.
Si può concludere che non sono necessarie solo le informazioni sui fatti, ma anche la consapevolezza di averne bisogno.
PALCO D’ONORE
MARSHALL MCLUHAN
< precedente successivo >
L’argomento di questo post sembra una banalità, invece ci caschiamo tutti. Chi non prende le parti di questo o quel personaggio in un dibattito televisivo, senza riflettere se stanno discutendo della stessa cosa o comunque senza preoccuparsi dell’oggettività dei dati?
Ma alla gente non interessa poi molto sincerarsi dei dati, preferisce assistere a un bel dibattito in cui magari i protagonisti parlano insieme, alzano la voce e si insultano. Quando poi succede che si picchiano allora il divertimento è assicurato, così come sarà pronto l’argomento da discutere in ufficio il giorno dopo. Ma a chi volete spiegarli questi concetti ai telespettatori del processo del lunedi?
Se alla gente non fornisci scelta e’ ovvio che prendano quello che trovano. Se poi quello che trovano e’ parte di una strategia rivolta a non far capire nulla, ci rendiamo conto del perche’ la gente sia sostanzialmente divisa tra menefreghisti, populisti ed estremisti.