Avendo capito l’importanza della ricerca di informazioni attendibili è legittimo chiedersi come mai normalmente non ci preoccupiamo molto di valutare le nostre fonti. La risposta può essere trovata nell’esigenza dei membri di una comunità di rimanere coesi per poter convivere e trarre i vantaggi che tale convivenza offre; per una pacifica e utile convivenza è infatti necessario che le opinioni siano largamente diffuse e condivise ed è evidente che ciò avviene meglio se i singoli non si incaponiscono ad approfondire e rielaborare ogni notizia. Le religioni hanno avuto un importante ruolo a questo fine conservando per secoli credenze e opinioni che sono rimaste diffuse in modo più o meno omogeneo nella popolazione.
L’esigenza di affidarsi alle opinioni altrui è inoltre divenuta ancor più marcata con la specializzazione dei ruoli sociali, oggi infatti non avremmo né il tempo, né la competenza per poter approfondire ogni informazione; la nostra superficialità che quotidianamente dimostriamo nei confronti dell’informazione è quindi il prezzo che paghiamo per una società più unita e più specializzata; si può allora dire che in una comunità è più importante avere informazioni e opinioni largamente diffuse e condivise piuttosto che vere.
Tutto ciò non deve far pensare che oggi non esista il problema della disinformazione perché bisogna sottolineare che le suddette affermazioni rimangono valide in una vera comunità. Abbiamo già avuto modo di chiarire come invece oggi non viviamo in una comunità, ma in sistemi dominati da monarchie e dittature o da partiti politici e poteri economici; in tale contesto la tendenza a rimanere superficiali ci si ritorce contro in quanto diviene un potente strumento nelle mani della classe dominante per mantenere i propri privilegi; è per esempio frequente sentir esaltare l’importanza della comunità e dei sacrifici che bisogna affrontare in suo nome quando invece non esiste alcuna comunità.
La nostra naturale inclinazione alla superficialità ci colpisce tutti: prendiamo per buone le informazioni comunicateci da degli sconosciuti per televisione, seguiamo le vicende familiari di personaggi dello sport e dello spettacolo, ecc., ma in un mondo che cambia dobbiamo necessariamente adattarci ai nuovi pericoli e sviluppare degli antidoti alle nuove insidie.
IL CASO CELEBRE
JOSEPH GOEBBLES
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Quanto è vero ciò che dice questo post! Andiamo appresso al primo fesso che passa in televisione e quando si preoccupa di fare audience o di venderci qualche prodotto ci va ancora bene. Quando invece ci fanno abboccare a luoghi comuni per non farci pensare, allora la cosa diventa grave perché ci fanno sembrare normali le assurdità più evidenti.
Il mondo della verita’ sarebbe piu’ visibile se spegnessimo la TV. Da quando l’ho fatto 10 anni fa ho trovato piu’ tempo per leggere ed informarmi. E pensare.
Dobbiamo dire no al totem.
Non posso non condividere questo appello e testimoniare che anche il sottoscritto e Ildebrando il Villico hanno fatto la stessa scelta da anni. Sarà una coincidenza?