3.c.11 – Sappiamo interpretare le informazioni?

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10 Luglio 2009 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

Sappiamo interpretare le informazioni?

Abbiamo detto che il punto di partenza della nostra conoscenza è rappresentato dalle sensazioni che riceviamo dall’ambiente mentre il resto è dato dalla nostra immaginazione, la quale però non produce fantasie arbitrarie, ma razionali, ovvero coerenti con le esperienze che andiamo accumulando. Immaginazione e ragione sono gli strumenti con cui la nostra mente elabora le informazioni che riceve, tuttavia sappiamo anche che la nostra psiche ha anche altre esigenze oltre alla coerenza: ai fini della sopravvivenza noi dobbiamo trovare soluzioni ai nostri problemi e dobbiamo farlo in tempi rapidi, inoltre dobbiamo anche preoccuparci di mantenere stabile il nostro sistema di credenze; può capitare quindi che la coerenza con i fatti oggettivi passi in secondo piano rispetto a queste ultime esigenze.
Bisogna ricordare che anche disponendo di informazioni vere, queste possono essere male interpretate o mal gestite per vari motivi, ad esempio:
• il giusto modo di collegare ed interpretare le informazioni in nostro possesso può risultare difficile da intuire a causa di casi apparentemente simili che ci traggono in inganno; se per esempio vediamo una persona sdraiata su una panchina è più facile dedurre che sia un barbone o a un ubriaco piuttosto che una persona che si è sentita male;
• le informazioni vengono interpretate sulla base della cultura già in nostro possesso, includendo nella cultura anche il nostro consueto modo di ragionare; dato che quest’ultimo è basato sui già citati percorsi mentali che noi memorizziamo ascoltando gli altri, se non disponiamo della giusta cultura non saremo in grado di interpretare bene i fatti. Si tratta di un fenomeno molto comune, sappiamo tutti che le superstizioni si rafforzano nella mente di una persona perché questi continua meccanicamente ad interpretare male i fatti; chi per esempio si affida a un portafortuna tende ad associare ogni evento positivo al possesso del proprio amuleto e sarà sempre più convinto dei poteri dello stesso;
• le informazioni possono essere alterate, ignorate e associate in modo assurdo per soddisfare esigenze psicologiche di vario tipo come affermare la propria superiorità esaltando o inventando i difetti altrui; è il caso dei maldicenti che, in buona fede, tendono a denigrare le altre persone tanto più queste sono virtuose per lenire il proprio senso di inferiorità.
Siamo inoltre abituati a pensare che la veridicità delle informazioni sia sufficiente ad assicurarne la validità, ma un elemento che non deve mai mancare è la completezza delle stesse rispetto al fine che stiamo perseguendo. Se pensiamo ad un qualsiasi teorema di geometria studiato a scuola probabilmente non ricorderemo i particolari, ma rammentiamo come fosse sostenuto da una dimostrazione che partiva da delle premesse e che, dopo vari passaggi, con una logica schiacciante terminava in una conclusione. Passaggio dopo passaggio tutte le ipotesi venivano sfruttate e tutte erano necessarie; ne fosse mancata solo una la dimostrazione si sarebbe interrotta oppure avrebbe portato ad un risultato assurdo. Per capire il mondo che ci circonda, non bastano dunque informazioni vere, ma è necessario che siano anche complete, cioè sufficienti a dare un giusto giudizio; a conferma di ciò basta ricordare quanto sia facile stravolgere un discorso tagliandone opportunamente alcune parti: mancando alcune informazioni necessarie l’interpretazione delle stesse risulterà completamente compromessa o porterà addirittura a risultati opposti.
Se vogliamo evitare od almeno ridurre questo tipo di problemi dobbiamo di nuovo ricorrere all’esperienza diretta; se le nostre idee sono sbagliate, prima o poi si riveleranno in contrasto con la realtà dei fatti e a questo punto dovremo essere bravi a dubitare delle nostre convinzioni. In alcuni casi però, nonostante che la nostra visione del mondo sia in palese contrasto con l’evidenza dei fatti, la nostra mente rifiuta inconsciamente di accorgersene, in altre parole vogliamo sbagliare anche se non lo sappiamo.
In tali circostanze dobbiamo lasciare che siano gli altri a farci notare le suddette discordanze ed avere poi la forza e l’umiltà di ascoltare le loro critiche; in questo contesto allora l’umiltà è un valore che dobbiamo imparare ad apprezzare; rivedere le nostre posizioni, non è certo una cosa facile, spesso comporta uno sforzo enorme, ma è necessario per non rimanere chiusi in un gretto dogmatismo.
I principi fondamentali del metodo scientifico possono dunque essere utilizzati anche in altri ambiti ed integrare la nostra naturale attitudine alla conoscenza, aumentando le nostre capacità di avvicinarsi alla verità.

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2 Commenti per “3.c.11 – Sappiamo interpretare le informazioni?”

  1. Leonardo il Grosso ha detto:

    E’ fondamentale che si acquisisca la consapevolezza dell’importanza della completezza delle informazioni. Informazioni vere, ma incomplete, possono capovolgere la realtà, e proprio perché vere diventano altamente persuasive, provocando quello che in questi post chiamate “inquinamento psicologico”. Ma chi è in grado di sincerarsi della completezza delle informazioni?

  2. Morias Enkomion ha detto:

    Non dimentichiamo che adesso siamo sommersi da quanto ci vogliono fare credere essere un flusso costante di informazioni. Al di la’ di una valutazione critica dell’informazione, che spesso non e’ tale ma solo propaganda, un eccesso di informazione e’ deleteria: la nostra mente prendera’ qualcosa ma senza darne un giudizio critico visto che non ha elementi per giudicare. E quindi fara’ giudicare da altri, vedi i partiti o la chiesa: ecco come creare degli schiavi in un’epoca dove e’ facile essere informati. A questo aggiungiamo, come detto finora, che pochi hanno la cultura e il tempo per valutare e filtrare le informazioni. In definitiva ci viene dato rumore per confonderci.

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