Concorrenza e sfruttamento

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29 Dicembre 2013 — Riccardo Sabellotti - Giacinto Sabellotti

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Concorrenza e sfruttamento

La competizione si può manifestare in diverse forme: a volte vi sono dei “concorrenti” che si confrontano fra loro superandosi in prove dello stesso tipo, come gli atleti alle olimpiadi che si contendono il podio. Alcuni vincono e altri perdono tuttavia tutti devono superare lo stesso tipo di prova, che sia la corsa, il nuoto od il salto con l’asta. In tal caso parleremo di “concorrenza”. Ma se uno ruba da mangiare, di nascosto, al proprio vicino di casa, certo è in atto una competizione per il cibo ma non ha nulla di “sportivo”. Il derubato non può realmente “competere” con il ladro, a meno che non sappia chi è e lo derubi a sua volta. Certo può difendere la sua proprietà con porte, catene e lucchetti ma si tratta di comportamenti totalmente diversi da quelli del ladro. Queste forme di competizione mirano a danneggiare chi non si può difendere come fanno i lupi con gli agnelli. Ecco che dalla concorrenza si passa alla predazione oppure, volendo usare un termine più delicato, allo sfruttamento. Oltre a furti, rapine ed estorsioni vi sono innumerevoli forme di sfruttamento, e non tutte dichiarate illegali: basti pensare che un tempo la schiavitù era perfettamente legale, fu abolita ufficialmente negli USA nel 1865 ed in Mauritania nel 1981, tanto per fare due esempi abbastanza recenti.

Sulla cresta dell'onda


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