Non c’è democrazia senza istruzione, non c’è società realmente paritaria fin quando il suo fine principale sarà la produzione di beni invece di rendere gli esseri umani liberi; esseri umani non solo spettatori ma attori protagonisti delle scelte che interessano tutti noi. L’istruzione è chiaramente connessa a scuole e università, ma si sottolinea come ciò risulti verificato sia che si tenda all’educazione alla libertà e alla democrazia, sia che si miri all’educazione all’obbedienza e alla subordinazione.
L’autore afferma che per procedere verso un’istruzione diffusa che costituisca il fondamento della democrazia sia necessaria una profonda conoscenza della natura umana: è convinto che acquisire consapevolezza circa l’importanza della creatività umana, unitamente alla necessità di libertà e al saper riconoscere le differenze naturali nei talenti, nelle abilità e negli interessi, sia la base del progresso sociale.
Si rileva però come tale obiettivo non solo sia lontano da venire ma venga addirittura osteggiato: attacchi al sistema dell’educazione pubblica, svilimento dei titoli accademici e condizionamenti alla ricerca sono solo alcuni dei fenomeni negativi a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni. In tutto ciò si attribuiscono gravi responsabilità agli intellettuali, cioè a coloro ai quali è affidata la preservazione e la diffusione del sapere e cui allo stesso tempo viene fatta interiorizzare un’enorme quantità di propaganda da trasmettere alle masse. In questo modo gli intellettuali tendono ad essere le persone più indottrinate della società, infatti sono ben pochi gli intellettuali che riescono a percepire e trasmettere il concetto che la politica altro non rappresenta se non l’ombra proiettata sulla società dai grandi interessi economici; se non si inquadra correttamente il problema, al massimo si potrà trovare una soluzione inutile.
Si descrivono gli Stati occidentali come le società più aperte e più libere sebbene allo stesso tempo si dica che siano quelle dotate del sistema più efficace e specializzato di indottrinamento. Apparentemente sembra una contraddizione, ma in realtà è proprio nelle società in cui la possibilità di controllare le masse con la forza è in declino che bisogna ricorrere ad altre forme di controllo. Quelle più efficaci sono appunto la propaganda e l’indottrinamento effettuati a diversi livelli dai mass-media e veicolati nelle scuole e nelle università. Un libro per riflettere sul ruolo dell’istruzione e degli insegnanti così da muovere un primo passo verso la propria emancipazione culturale.
RSS feed for comments on this post.