Illusioni necessarie – Noam Chomsky

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Un libro che invita i cittadini a seguire un corso di autodifesa intellettuale per evitare la manipolazione e il controllo dei governi attraverso i mass media ad essi asserviti (gli altri sono stati chiusi). Si ribadisce che nei Paesi sedicenti democratici oggi la popolazione non può essere disciplinata completamente con la violenza e quindi occorre sottoporla a sofisticate forme di controllo psicologico. Con dati e analisi molto accurate e dettagliate l’autore dimostra che i mass media non sono i paladini della corretta informazione e della verità, bensì rappresentano uno strumento del potere per il controllo del consenso. Si sottolinea come i mass media siano responsabili di continui interventi di ingegneria storica  con scientifiche omissioni di notizie e con sapienti locuzioni che ribaltano il senso di una notizia; si spiega come una buona tecnica di controllo sia quella di porre un limite a ciò che è pensabile, obiettivo che si raggiunge tollerando il dibattito, persino incoraggiandolo sebbene mantenendolo nell’ambito di confini precisi; si dimostra che i mass media svolgono efficacemente il loro compito: si elencano infatti operazioni effettuate dagli Stati Uniti e dai loro alleati ben più gravi di quelle che gli stessi definiscono “terroristiche” quando effettuate da Paesi non a loro allineati, ma i mass media hanno talmente svolto bene il loro compito che parlare di “terrorismo statunitense” è ormai  un ossimoro al pari di “silenzio assordante”. Considerato che esiste un diffuso desiderio di democrazia e un profondo desiderio di pace, basta avere l’accortezza di definire “missioni di pace” gli attacchi armati a Paesi sovrani e “processi di democratizzazione” l’occupazione militare degli stessi per mantenere alto l’orgoglio nazionale dei cittadini. Qualunque sia la realtà dei fatti, i cittadini sono convinti che ogni azione del loro Paese sia per definizione un’iniziativa di pace portata avanti con moderazione; ne segue che chi vi si oppone è estremista se non guerrafondaio o terrorista.
Eclatante la comparazione fra i titoli con cui sono state commentate le invasioni dell’Afghanistan da parte dell’URSS prima e degli USA poi.  La prima fu “una brutale aggressione” a cui si contrapposero “forze democratiche di resistenza”, la seconda “un impegno internazionale in difesa della democrazia” ostacolato da “pericolosi gruppi di fondamentalisti islamici”.  Una lettura per riflettere su quante illusioni siano necessarie al potere per rimanere tale e su come riesca a diffonderle a tutti noi.

La biblioteca del villaggio

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