La casta – Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella

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Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, rimborsi elettorali 180 volte più alti rispetto alle spese sostenute, spese di rappresentanza dei governatori delle Regioni 12 volte più alti di quelli del presidente tedesco, appannaggi del Presidente della Repubblica 4 volte maggiori di quelli della Regina Elisabetta, ma anche pensioni ai quarantenni, incarichi prestigiosi ai candidati non eletti, consulenze inutili, acquisto di macchinari obsoleti, polizze di assicurazione a favore degli onorevoli contro i furti all’interno delle aule parlamentari: ecco alcune delle assurdità elencate con ironica precisione in questo reportage di notizie relative alla gestione della spesa pubblica.
Un libro che va letto per toccare con mano e dovizia di particolari come non ci sia limite agli sprechi e agli ingiustificati privilegi, che però giunge a una conclusione completamente sbagliata nel momento in cui afferma che  tali scempi dovrebbero “spingere la classe dirigente a dire basta”. È infatti di tutta evidenza che la classe dirigente è perfettamente a conoscenza della situazione, frutto di una precisa strategia secondo la quale ad ogni tornata elettorale i nuovi eletti non possono godere di minori privilegi dei precedenti, anzi è opportuno estenderli anche agli amici degli eletti; “la casta”  non ha bisogno di questo libro per acquisirne consapevolezza  né tantomeno per sentirsi in dovere di interrompere il proprio meschino operato. Caso mai dovrebbero essere i cittadini comuni a dire basta; basta di legittimare con il proprio voto  tutti questi comportamenti e privilegi, che non fanno distinzione fra governo e opposizione bensì vengono attuati e divisi con precise regole, a volte anche per iscritto. Nei fatti  questo libro, dai toni scandalistici, è diventato un best seller con ben nove edizioni in rapida successione fra maggio e giugno 2007, ha attirato orde di lettori famelici  di impressionarsi nel vedere scritti fatti e cifre che misurano quanto vengano derubati dai propri eletti, eppure ciò non ha impedito loro di ripresentarsi compatti alle urne nelle successive elezioni per rinnovare questa situazione peraltro in progressivo deterioramento.
Un altro messaggio sbagliato che viene trasmesso con questo libro è  che i fenomeni di spreco, corruzione e autoreferenza siano tipicamente italiani mentre in realtà non esiste un Paese occidentale in cui i politici siano dei veri rappresentanti che operano per il benessere dei propri cittadini e non siano succubi dei potentati economici.
Fare in modo che questo libro permetta di compiere un passo avanti, possibilmente non verso il baratro, dipende solo da noi.

La biblioteca del villaggio

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