Nel titolo tutta l’importanza di questo libro. La consapevolezza che la democrazia non esiste è la necessaria premessa per provare a perseguirla invece di perdere tempo con inutili palliativi come i premi di maggioranza, i limiti di sbarramento e le quote rosa.
Tutti convinti che la democrazia sia l’attuale sistema di assetto sociale e che sia quanto di meglio si possa concepire, arriviamo invece ad accettare la sua esportazione forzata, con eserciti che invadono Paesi mediorientali non più in nome di Dio come nel Medioevo, ma in nome appunto della democrazia.
C’è un altro effetto molto pericoloso da rilevare: considerare democratico l’attuale sistema, che sta dimostrando sempre più palesemente la propria inadeguatezza a perseguire il bene collettivo, può portarci a desiderare l’unico altro modello conosciuto cioè la dittatura. Invece di sforzarci a realizzare per la prima volta nella storia un sistema veramente democratico, cominciamo a inneggiare ad una “sana” dittatura in nome della libertà e contro l’oppressione democratica. È un processo purtroppo già in atto che va contrastato a cominciare dalla comprensione del termine democrazia e dall’immediata osservazione che nulla ha a che vedere con l’attuale assetto sociale in cui spesso si confonde la democrazia con il suffragio universale.
In questo libro si auspica una vera democrazia, un sistema partecipato che esce dal “palazzo” ed entra nella cultura della gente, un nuovo paradigma che non sia solo politico ma anche sociale ed economico, un nuovo assetto diffuso capillarmente ed esercitato quotidianamente. A questo fine si sottolinea l’importanza di passare da un modello centralizzato ad un assetto sempre maggiormente decentrato e da un insieme di famiglie isolate ad un sistema di connessioni, cioè un sistema in cui i piccoli nuclei si innestano nella società attraverso robuste reti di organizzazioni autonome; per esporre queste considerazioni si è scelto il filo conduttore di un ipotetico dialogo fra Karl Marx e John Stuart Mill, il primo fautore della rivoluzione proletaria e il secondo uno dei massimi pensatori liberali.
Interessante anche la disamina degli esperimenti di nuove formule democratiche come quella della città brasiliana di Porto Alegre in cui si cerca di realizzare una sorta di miscela fra la democrazia rappresentativa e quella diretta.
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Riflessioni sulla democrazia, la parola più usata a sproposito sulla faccia della terra ❗