Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni. I fatti oggettivi, se non conditi da opinioni colorite, magari esposte in modo sanguigno in un bel talk show, sono decisamente noiosi, ma nel momento in cui le opinioni prescindono dai fatti e provengono da fonti considerate attendibili come i salotti televisivi gestiti da prime firme del giornalismo, nel migliore dei casi si crea una grande confusione.
Il mestiere del giornalista dovrebbe essere proprio quello di riportare i fatti per metterli a conoscenza del pubblico, il quale poi dovrebbe possedere un adeguato bagaglio culturale per interpretarli o per valutare le opinioni altrui, invece questo libro elenca una serie incredibile di comportamenti antitetici alla funzione del giornalismo di cui nessuno si accorge. Si evidenzia come il sistema più semplice per cancellare i fatti è semplicemente quello di non parlarne, naturalmente parlando d’altro, e chiunque può misurare il tempo dedicato al gossip, allo sport, alla mondanità, all’enogastronomia, alla meteorologia e al traffico su quello complessivo di durata di un telegiornale, nonché le notizie di cronaca di secondaria importanza a cui si dedicano ampi spazi. Si fa notare come la matematica sia diventata un’opinione facendo esempi di dibattiti in cui si discute non in base alle cifre, ma sulle cifre stesse, si fanno altri documentati esempi di giornalisti-sarti che confezionano le interviste a seconda delle aspettative degli intervistati, di giornalisti-spie pagati dai servizi segreti per diffondere notizie mirate, di giornalisti-mediatori che percepiscono provvigioni sul loro operato, di giornalisti-veggenti che pubblicano notizie non confermate e poi risultate inesistenti, di giornalisti-tifosi che giustificano con la passione sportiva la propria compiacenza nelle interviste, di giornalisti-cimici che anticipano agli interessati gli articoli dei colleghi e di giornalisti-consulenti che istruiscono l’interessato su come presentare una notizia che lo riguarda.
Un testo che mette spietatamente in evidenza come la figura del giornalista sia fonte di disinformazione con molteplici modalità, che costituisce un primo passo per imparare a non considerare come attendibile la fonte giornalistica, che illustra le varie tecniche usate per manipolare, mistificare ed inventare notizie: insomma, un libro che aiuta a diradare la cortina di nebbie informative che ci avvolge.
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Un bel libro che mette alla berlina i difetti dei giornalisti partendo da fatti di cronaca che riguardano alcuni di essi. Peccato che l’autore, giornalista a sua volta, si sia limitato a gettare strali sui colleghi dal suo piedistallo.