Una verità comunemente accettata in economia è che l’approccio storico è fondamentale. Questo è il punto di partenza di questo libro, tuttavia c’è modo e modo di raccontare la storia dell’economia: vi sono molti libri che trattano questo tema e che, per esigenze di completezza, risultano essere in genere molto voluminosi; questo libro si propone però di fare opera di divulgazione anche fra la gente comune, sebbene per apprezzarlo a fondo sia necessario avere già un minimo di basi, perciò non può permettersi di essere troppo “pesante”. L’autore quindi ha rinunciato alla completezza e per stabilire quali temi trattare ha scelto un criterio tanto semplice quanto intelligente: al fine di poter risultare utile al letture comune, ha scelto solo temi e concetti la cui influenza sopravvive anche oggi e sono quindi utili a capire il presente. Scritta in modo chiaro e con un umorismo talvolta pungente, questa opera accompagna il lettore dall’antichità, in particolare quella dei greci e dei romani, al Medioevo occidentale ed al Rinascimento. In tali periodi l’economia non esisteva come scienza autonoma, seppure vari concetti ancora di attualità iniziavano ad inserirsi non solo fra la popolazione ma anche fra studiosi di filosofia e scienze sociali. La disciplina iniziò a godere di vita propria a partire dalla fine del Settecento, all’inizio dell’era industriale. Con Adam Smith e la sua opera principale “La ricchezza delle nazioni” del 1776 si entra nell’economia moderna che, come quella precedente, avrà un rapporto di reciproca influenza con l’ambiente storico al quale viene applicata. Gli ultimi due secoli sono stati ricchi di cambiamenti politici e sociali ed anche la scienza economica ne è rimasta coinvolta, subendo profondi cambiamenti in tempi anche brevissimi. Un esempio è stato il periodo che va dal 1929, l’inizio della Grande depressione, alla fine della seconda guerra mondiale: il mondo ne è uscito trasformato e lo stesso vale per la visione economica del mondo. Ripercorrendo la sua storia si può notare come l’economia politica sia una scienza sociale che muta con la società. Non può godere dunque della stabilità e coerenza delle scienze naturali per quanto si cerchi di imitare l’uso che esse fanno della matematica. Se è vero che la storia è necessaria per capire lo sviluppo del pensiero economico si può anche dire che è difficile capire la storia senza considerare i rapporti economici e gli interessi in gioco in ogni epoca, poiché questi condizionano in modo determinante gli eventi storici. Capire l’economia dunque è importante non solo per comprendere il mondo economico presente ma anche tutta la storia in generale e quindi anche la società, persino in campi a prima vista slegati dall’economia.
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